Da attrice a sexy dj, Kayem in consolle

Da attrice a sexy dj, Kayem in consolle
 
 
 
 
TACCHI a spillo e biondissima. Professione deejay. Appena tocca la consolle tutto trema a ritmo di musica. Impossibile non chiedersi chi è capace di sprigionare tanta energia. Impossibile non notarla. È lei, Katy Monique Cuomo, la deejay rodigina richiestissima in tutti i locali del Veneto.
Terza di cinque figli, si è trasferita in tenerissima età da Prato a Rovigo per vivere insieme alla sua famiglia in una casa cantoniera delle ferrovie. Ma la vena artistica si fa sentire e insieme al suo fisico prorompente, cresce anche la voglia di entrare a far parte di quel mondo tanto lontano dalla sua realtà, ma così vicino alla sua indole in fermento.
Quando inizia esattamente la tua carriera di attrice?
«Dopo il diploma al liceo linguistico ho capito che il mio futuro era fare l’attrice. Mi sono trasferita a Bologna ed ho iniziato a studiare al Teatro dei Bibiena. Il mio esordio è stato nello spettacolo comico “L’amore di gruppo” di Giorgio Trestini. Da lì si sono moltiplicate le proposte per diversi ruoli teatrali e cortometraggi. Mi sono dunque trasferita a Roma ed il primo a darmi un’occasione è stato proprio Tinto Brass in “Fermo Posta”, seguito poi da Sergio Citti che mi ha affidato ruoli nei suoi capolavori cinematografici come “Vipera” e “Magi randagi”. “Vacanze di Natale 2000” di Carlo Vanzina mi ha dato la popolarità tanto attesa. E di seguito molte le partecipazioni a fiction e spettacoli teatrali importanti. Ho vissuto per un periodo anche ad Hollywood. Decisivo il mio incontro con Francesca De Sapio del Duse Studio. Tanti anche i ruoli interpretati in tv, per citarne qualcuno , ho recitato nella fiction “Orgoglio” , “ Cuore” di Zaccaro e “Nebbia e delitti”».
Oggi sei un’importante deejay del genere deep, tech e minimal house..
«Frequentando il mondo dello spettacolo mi ritrovavo spesso come ospite a feste ed eventi della Roma mondana ed è cresciuta in me la passione per la consolle. Mi ha sempre affascinato il ruolo del deejay, la capacità di far ballare e divertire tanta gente con la propria abilità tecnica e creativa. Una forma d’arte anche questa. Organizzavo feste con location originali come i barconi sul Tevere, eventi di grande successo che hanno visto anche la presenza di ospiti di fama europea. Ho iniziato a mixare anch’io e non mi sono più fermata!».
Nel 2005 eri la seconda deejay italiana del genere psychedelic-trance, come sei arrivata a tanto successo?
«Ci ho creduto e i risultati sono arrivati. Ero richiestissima in tutta Italia e anche in diverse città europee. Non facile in un settore, al tempo, prettamente maschile. Mi sono fatta apprezzare per la mia professionalità e non solo per il mio aspetto. Un traguardo di cui vado fiera».
Perché oggi sei tornata da dove sei partita?
«E’ stato l’amore a farmi ritornare, in verità! Ho conosciuto un ragazzo della zona in uno dei party dove suonavo e come succede spesso, ho seguito il cuore. Ho incominciato a suonare nei locali del padovano e poi è nata la mia splendida bambina. Dopo un periodo di pausa ho deciso di ricominciare proprio dal Veneto. I miei genitori mi aiutano con mia figlia visto che io e suo padre ci siamo separati e le mie giornate si dividono così tra il mixer, la scrittura di sceneggiature teatrali e il ruolo di mamma».
Nel tuo futuro ancora cinema e teatro?
«Sì, certo! Il mio sogno ora è il cinema internazionale. Nel frattempo ho prodotto, diretto ed interpretato “Una particolare classe di donne”, oggi visibile in rete. Sto scrivendo anche una sceneggiatura “Donne senza uomini”. Il mio motto è chi si ferma è perduto e come insegna la filosofia buddista, bisogna trarre vantaggio anche dalle situazioni negative della vita per migliorarsi e raggiungere i propri obiettivi. Ho fatto anche un calendario quest’anno con Bruno Oliviero, il fotografo romano delle vip per intenderci».
E la musica?
«Un amore che non finirà mai. Ultimamente ho anche suonato a “Le Troittoir” di Milano. Vedere ballare la gente con la mia musica mi dà un’energia indescrivibile».9/

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